martedì 5 dicembre 2017

come si festeggia il Natale in Perù


Prima del 1533 i peruviani non conoscevano il Natale. Arrivò in quell’anno con la conquista da parte degli Spagnoli, per cui il primo contatto con la festa non fu dei migliori, visto che il vino era molto costoso ed utilizzato quasi esclusivamente per curare gravi malattie, mentre lo zucchero era talmente scarso che non si potevano preparare dolci.

Oggi la sera di Natale si cena con tutta la famiglia, si prega e si suonano l’arpa o il clavicembalo, che accompagnano balli scatenati o soft. I peruviani costruiscono presepi ricchissimi e meravigliosi! I personaggi ed il paesaggio vengono intagliati nel legno dai bravissimi artigiani Quechua, che utilizzano una tecnica di intaglio molto antica. I personaggi e le case vengono poi abbelliti con stoffe e pietra di Huamanga (il cosiddetto marmo del Perù, di colore girgio o rosa) .La carnagione di Manuelito divenne più ambrata ed i tratti somatici simili a quelli peruviani. Così le tradizioni sono mutate, adattandosi a questo meraviglioso popolo.

Col tempo sono nate numerosissime leggende riguardanti i “Manueliti”, per cui quasi ogni luogo ha un suo Dio Bambino personale da festeggiare.
La leggenda del Bambino Perso di Huancavelica, ad esempio, parla del Dio Bambino protettore della Valle di Ica, scomparso e poi ritrovato a Huancavelica.
Da questa leggenda è nato un rituale che dura due giorni: il primo giorno un gruppo di ballerini simula la scomparsa, accompagnato da asini, cavalli e distribuzione di prodotti locali. I ballerini danzano lungo le strade del paese, mentre una donna li segue portando in braccio un bambino, ed un Ambasciatore legge ad ogni angolo un proclama dei Re Magi che cercano il bambino. Il secondo giorno si assiste alla vera processione, in cui i partecipanti indossano pantaloni bianchi, un cappello di paglia, portano un campanello ed un fazzoletto. Non è una processione triste, ma tutti cantano allegri in onore del Bambino Perso.

Un altro rito molto celebrato è quello del Bambino Velakuy (Bambino su cui si veglia). La celebrazione dura dal 25 dicembre al 2 febbraio, giorno della “Mamacha Candelaria”, in cui il Bambino riceverà la visita di ballerini mascherati dai rappresentanti di ogni casta di lavoratori.

Ma una delle feste più seguite è quella del Bambino di Andahuaylas, celebrata da tre villaggi: Talavera il 25 dicembre, Andahuaylas il primo gennaio (ed è la data più importante) e San Jeronimo il 6 gennaio.

Il Natale è arrivato persino nel cuore della foresta: il 24 dicembre gli Ashaninka, indigeni dell’Amazzonia, siedono attorno ad un falò acceso dai più giovani della comunità, mangiando minestre con cacciagione e bevendo il masato (succo di yucca masticato e fermentato). Canti di amicizia accompagnano la festa.

ALICIA AGOSTINI


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